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Gerard et Dorine (in memoriam Andr Gorz)

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Prendo nella mia mano assassina

d'anime scaltre, d'istinti vitali,

la tua mano fredda, caduta nel silenzio

senza affanno della notte,

asfissiata dall'oblio del nostro amore,

anni vissuti a rimirare i colori dell'arcobaleno,

a urlare in faccia a cieli blu cobalto,

a sognare mondi senza inverno

nell'inferno del conflitto di classe.

 

Prendo, nella mia mano tremante di rabbia, intrisa di modernità,

la tua mano sorda ai miei richiami da cacciatore abbattuto,

nel vederti sfiorire come un bonsai di carta vetrata,

scarabocchiato da demenza senile,

Alzheimer, si chiama,

senza ricordi, senza destino,

urlando sotto i tetti di cartone d'una casa di cura,

d'un manicomio, muovendo i tuoi occhi dolci, azzurri,

nel vuoto d'una mente sconfitta.

 

Ma, io ti chiamerò amore,

tra cent'anni, sdraiati insieme,

ancora - è una vita!-

su un vecchio letto sfatto nell'Aube francese,

le tue mani stinte nelle mie,

in cerca d'una boccata d'aria,

del vento stanco del mattino, 

ancora una volta, fino alla fine.

 

E, io ti chiamerò

morte, insieme. 

 

                       [Mostri, 2009]

 Ivan Pozzoni - 10/02/2018 13:15:00 [ leggi altri commenti di Ivan Pozzoni » ]

Entrambe!

 Klara Rubino - 10/02/2018 08:33:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

È l’amore che ci fa vincere anche la paura della morte o è la paura della morte che ci fa amare ancora di più, scegli tu!

 Ivan Pozzoni - 09/02/2018 19:24:00 [ leggi altri commenti di Ivan Pozzoni » ]

Cadenzate assonanze o assonanzate cadenze. Scegli tu!

Dimentichi l’epilogo, che ho raccontato in versi:

http://www.lemonde.fr/disparitions/article/2007/09/26/andre-gorz-philosophe_959745_3382.html

Più che una tragedia, un epilogo stupendo.

 Klara Rubino - 09/02/2018 18:26:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]


Con le tue poesie Ivan ci dai davvero tanto: io ti sono grata!
Questa mi ha colpito per certe cadenzate assonanze che sono come dei passi di coraggio fono all’estremo coraggio che trova la sua fonte in un grande amore.( anni vissuti a rimirare i colori dell’arcobaleno )
mi rif.ad es. a:
"A sognare mondi senza inverno nell’inferno"
Adoro inoltre " la tua mano sorda"
idem" urlando sotto i tetti di cartone di una casa di cura".
Etc.etc.
Riporto parte de" Lettera a D. Storia di un amore di Andrè Gorz; l’ho preso da qui:

https://sellerio.it/it/catalogo/Lettera-Storia-Un-Amore/Gorz/860


«Hai appena compiuto ottantadue anni. Sei sempre bella, elegante e desiderabile. Sono cinquantotto anni che viviamo insieme e ti amo più che mai. Recentemente mi sono innamorato di te un’altra volta e porto di nuovo in me un vuoto divorante che solo il tuo corpo stretto contro il mio riempie. La notte vedo talvolta la figura di un uomo che, su una strada vuota e in un paesaggio deserto, cammina dietro un carro funebre. Quest’uomo sono io. Sei tu che il carro funebre trasporta. Non voglio assistere alla tua cremazione; non voglio ricevere un vaso con le tue ceneri [...]. Ci siamo spesso detti che se, per assurdo, avessimo una seconda vita, vorremmo trascorrerla insieme».

Incollo anche il commento: condivisibile assai!

Il bilancio di un amore necessario, in una vita felice, in un’epoca, forse, felice. Il filosofo Gorz, il pensatore della sinistra esistenzialista e libertaria francese, uno dei profeti del Maggio, ricorda il legame con la moglie Dorine. E i tre livelli, la vita individuale, la vita amorosa, la vita sociale rimbalzano l’uno nell’altro, nel racconto, in un gioco continuo di rimandi, per riconoscere all’amore il primato di sostanza e verità, e per dimostrarlo.

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